lunedì 27 dicembre 2010

"Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro"

Federico Tulli
"Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro"
(Ed. L'Asino d'Oro)
Perché dopo decenni di silenzio esplode in Europa, nel 2010, lo scandalo della pedofilia del clero cattolico? Come mai la società civile ha finalmente potuto esprimere sui media tutta la sua indignazione nei confronti delle inaccettabili scuse alle vittime confezionate dalla propaganda vaticana? Questo libro, evidenziando lo stretto rapporto sempre esistito nei secoli tra Chiesa cattolica e pedofilia, ricostruisce sin dalle origini la storia dei crimini e indaga la matrice culturale dell'idea perversa che l'atto pedofilo non è una violenza perché il bambino, in quanto privo di razionalità, non sarebbe un essere umano. Un'idea che, a partire da Platone e Aristotele, rielaborata da Paolo di Tarso e Agostino d'Ippona, ha trovato sponda prima nell'Illuminismo e poi nel pensiero di Freud e di Foucault. Si scopre così che il fenomeno "pedofilia" non è mai stato analizzato a fondo e che dietro l'impunità dei preti violentatori c'è una netta complicità tra ideologie apparentemente inconciliabili. Con un linguaggio giornalistico chiaro, avvalendosi dei pareri di esperti e dello studio di un gran numero di testi e di documenti, l'autore propone la sua ipotesi: si sta forse radicando, nel pensiero comune, quel salto di paradigma scientifico e culturale che porta a un nuovo modo di intendere la nascita, il bambino, l'essere umano? Prefazione di Adriano Prosperi.

domenica 26 dicembre 2010

L'insegnante di astinenza sessuale

L'insegnante di astinenza sessuale
Tom Perrotta
edizioni EO
La storia inizia con una lezione di educazione sessuale in un liceo. Ruth, l'insegnante, risponde in classe a un insidioso intervento di un'allieva. "Il sesso orale è disgustoso" dice la ragazza. "Tanto vale baciare con la lingua la tazza del bagno. Si possono prendere un sacco di malattie schifose, giusto?". Ruth risponde: "Beh, da quel che ne so io sul sesso orale, c'è a chi piace". Scoppia lo scandalo. I genitori ultrareligiosi della ragazza minacciano di fare causa alla scuola, i gruppi reazionari e fondamentalisti si scatenano in una campagna contro Ruth accusata di essere immorale, chiedono che venga sostituita da un'insegnante di astinenza sessuale, che faccia capire ai giovani i pericoli e gli inganni del sesso... A partire da questo 'incidente' si sviluppa una trama ricca di eventi e sorprese, un romanzo avvincente, pieno di personaggi diversi e interessanti, che mette in scena uno scontro ideologico fondamentale del nostro tempo - quello tra laicità e integralismo, tra libertà e tradizione - ma senza schematismi né pregiudizi. Un romanzo che il "New York Times" ha segnalato tra i cento migliori del 2007 e che aderisce benissimo allo scontro in atto anche da noi sui temi etici, il diritto alla vita, l'aborto, la sessualità, i gay (la protagonista Ruth ha due grandi amici, che sono una coppia gay).

O Roma o morte

O Roma o morte
Arrigo Petacco
Mondadori

Arrigo Petacco ricostruisce il clima e le premesse del decennio turbolento che si concluse nel 1870 con “Roma capitale”. Rivivono in questo libro, sfrondate dagli orpelli della retorica risorgimentale, le imprese dei briganti, che per cinque anni impegnarono la metà dell’intero esercito italiano; gli eroismi di tanti giovani legittimisti che, affascinati dall’intrepida Maria Sofia, ultima regina di Napoli, si immolarono per la difesa di un mondo destinato a scomparire. Nel racconto, intessuto di oscuri retroscena, assistiamo alle spedizioni fallimentari di Garibaldi in Aspromonte e a Mentana, ma anche all’inedito tentativo compiuto dal presidente Lincoln di affidare all’invitto, ma frustrato, generale il comando dell’esercito “nordista” impegnato nella guerra di secessione. Rivive, nella sua cruda realtà, anche la terza guerra d’indipendenza, che rivelò l’inadeguatezza della nostra orgogliosa casta militare, battuta a Custoza e naufragata a Lissa (con la sola eccezione della vittoria garibaldina di Bezzecca), che ci consentì di ottenere il Veneto “in limosina”, grazie a un umiliante escamotage di Napoleone III. Pur essendogli debitrice della raggiunta unità, l’Italia non esitò ad approfittare della sua disgrazia (la sconfitta subita a Sedan nella guerra contro la Prussia) per impadronirsi di Roma, rimasta indifesa, e consentire così a Vittorio Emanuele II di esprimere, davanti al portone del Quirinale, la sua soddisfazione con una frase diventata storica: “Finalment ij suma!”.

venerdì 24 dicembre 2010

Il mercato di Dio. La matrice economica di ebraismo, cristianesimo, Islam

Il mercato di Dio. La matrice economica di ebraismo, cristianesimo, Islam.
Simonnot, Philippe
Fazi Editore, 2010.

Per la prima volta, i testi fondativi dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'Islam vengono riletti da un economista. Una nuova interpretazione arricchita dal ricorso alle più recenti scoperte storiche e archeologiche, che ci permettono di comprendere la costituzione e l'evoluzione dei monoteismi. In effetti, fu un vero e proprio accordo commerciale quello intercorso tra Dio e Abramo, padre fondatore riconosciuto delle tre grandi religioni,' da cui derivò la nascita del concetto di Terra Promessa, ancora oggi terreno di aspre dispute. Con conseguenze paradossali: ogni monoteismo tende alla distruzione della concorrenza sul "mercato" delle religioni, cosa che implica la fede in un dio unico, esclusivo e diverso da quello degli altri. In una parola, un monopolio. Ecco perché, nel corso dei secoli, è stata incoraggiata la riscossione delle decime, delle donazioni, delle offerte: "imposte involontarie" che, nel tempo, hanno foraggiato le spese quotidiane dei ministri del culto (e talvolta anche i loro dispendiosi investimenti). Un meccanismo che funzionava bene proprio in virtù di un'elementare legge economica: è più facile raccogliere oboli per una sola divinità, anziché doverli suddividere fra tanti dèi, come nel paganesimo. E stato così che ogni religione ha cominciato a concepirsi - e ad agire proprio come un monopolio: una volta esclusa la concorrenza, ha aumentato i "prezzi" dei suoi "prodotti", sebbene la qualità dei suoi "servizi" si andasse riducendo.

mercoledì 22 dicembre 2010