domenica 30 aprile 2023

Masse briache di livore anticlericale : la documentazione vaticana sul 20 settembre (1870-1922)

Masse briache di livore anticlericale : la documentazione vaticana sul 20 settembre (1870-1922)

https://www.persee.fr/doc/mefr_1123-9891_1997_num_109_1_4482


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L'agitazione per il 20 settembre è infatti generalmente orchestrata dalla Santa Sede, anche se qualche volta i fedeli anticipano le richieste vaticane. Nel 1895, per esempio, la Segreteria di Stato diffonde la lettera di Leone XIII al cardinal Rampolla, nella quale si biasimano «le insolite manifestazioni politiche» per le vie della città e le offese ai diritti della Sede Apostolica, soltanto dopo un primo ciclo di messaggi e manifestazioni di protesta. Non sempre questa era, però, veramente spontanea : in molte diocesi italiane erano state fornite lettere di protesta prestampate, che dovevano essere soltanto firmate10. Negli anni seguenti una circolare del segretario di Stato sollecita, qualche giorno prima della fatidica ricorrenza, le rimostranze. Nel 1910 infine Pio X scrive a Pietro Respighi, cardinal vicario, per protestare contro il discorso di Ernesto Nathan, sindaco capitolino, sulla Roma pontificia trincerata dietro alle «mura di Belisario». La comunicazione del pontefice è poi diffusa in tutto il mondo dalla Segreteria di Stato, che si preoccupa di suscitare un movimento di solidarietà verso Pio XII.

(...).


sabato 1 aprile 2023

Per la storia di una celebrazione anticlericale: il 20 settembre nell'Italia liberale

Per la storia di una celebrazione anticlericale: il 20 settembre nell'Italia liberale

Jean-Pierre Viallet, Per la storia di una celebrazione anticlericale: il 20 settembre nell'Italia liberale, p. 115-137.

https://www.persee.fr/doc/mefr_1123-9891_1997_num_109_1_4481



Se ogni celebrazione "civile" è oggetto di uno studio difficile, la commemorazione del 20 settembre offre all'istoriografo difficoltà particolari: la retorica che la esprime e la ritualità che l'accompagna gli sfuggono spesso; la geografia della commemorazione rimane praticamente da stabilire.


La dimensione anticlericale e laica di queste manifestazioni commemorative tuttavia è evidente in numerosi casi. Tuttavia, il 20 settembre fu segno di contraddizione più che di unità, nella misura in cui i suoi principali protagonisti furono quelli dell'anticlericalismo militante: i massoni, i liberi pensatori e i militanti dell'Estrema, sostituiti, è vero, negli anni '70 e '80 da numerosi liberali.


Nei venti anni successivi alle solennità del 1895, la commemorazione divenne senza dubbio più popolare e conobbe una reale estensione geografica. Tuttavia, non fu mai una celebrazione pienamente "nazionale". La sua fragilità, in un certo senso, tradì quella dell'Italia laica e/o anticlericale.


sabato 11 marzo 2023

ANTICLERICALISMO E LAICITÀ IN ITALIA

ANTICLERICALISMO E LAICITÀ IN ITALIA

Anticléricalisme et laïcité en Italie. Bilan historiographique

https://www.persee.fr/doc/mefr_0223-5110_1986_num_98_2_2882

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L'anticlericalismo italiano appare ancora più passionale di quello francese e la sua storia obbedisce a un ritmo ancora più spasmodico. Non sorprende: da solo, la presenza della Santa Sede e l'esistenza secolare del potere temporale rendevano a alcuni ancora più insopportabile il peso del clericalismo. Gli anticlericali non mancavano di segnalare questa particolarità ai loro amici francesi: il nemico supremo risiedeva da loro nel cuore stesso dello Stato italiano.


La durata durante la quale le classi dirigenti sono state sinceramente acquisite ai valori laici è stata certamente molto meno lunga in Italia che in Francia. Certo, il dibattito resta aperto su quando la maggior parte della borghesia liberale abbandonò questi valori; quale data scegliere? 1904, 1898, 1895, metà degli anni '80? Se si sceglie la data più tardiva, il trionfo degli ideali laici sarebbe durato solo una quarantina di anni; solo un quarto di secolo nel primo caso. La politica scolastica, come dimostrano alcuni studi elencati nel Titolo III della bibliografia, è stata meno audace e meno laica in Italia che in Francia.


L'ultima particolarità è solo un corollario delle prime due. In Italia, più che in Francia, si è realizzata una sorta di "divorzio" tra una laicità intesa dalla borghesia nei suoi fondamenti dottrinali e un anticlericalismo popolare troppo spesso ridotto a un attivismo sterile. A volte somigliava perfino a una vera e propria rottura, soprattutto durante il periodo giolittiano. Non poté essere colmata dalla famiglia politica che avrebbe dovuto farlo: il radicalismo in Italia è rimasto sempre caratterizzato dall'esiguità del suo reclutamento sociale e della sua audience; una nuova prova, se ce ne fosse bisogno, delle reali differenze tra i due paesi.

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mercoledì 8 marzo 2023

Anticléricalisme et laïcité en Italie. Bilan historiographique

 Anticléricalisme et laïcité en Italie. Bilan historiographique

https://www.persee.fr/doc/mefr_0223-5110_1986_num_98_2_2882

una citazione:

Comunque, gli storici italiani non hanno dimostrato molta curiosità per la storia della laicità e dell'anticlericalismo. Il contrasto è evidente rispetto alla somma degli sforzi che hanno dedicato per approfondire la loro conoscenza del "movimento cattolico" e del "movimento operaio e socialista". Per quest'ultimo vale la pena aggiungere che l'anticlericalismo è spesso stato minimizzato o addirittura taciuto, il che sorprende quando si considera che l'anticlericalismo è stato spesso un tratto distintivo del movimento operaio nascente. In buona parte, la storia della laicità e dell'anticlericalismo resta ancora da scrivere. Quindi, l'istoriografia italiana è in ritardo su altri storici nazionali su questo punto, in particolare rispetto a quella francese. Non è esibito un punto di vista francofono riconoscere apertamente questo fatto.