mercoledì 7 dicembre 2011

Milioni di euro agli enti religiosi. La legge mancia finisce oltretevere

il Fatto 20.11.11
Milioni di euro agli enti religiosi. La legge mancia finisce oltretevere
Nel 2010 distribuiti soldi a pioggia a 95 istituti
Solo il 7,59 per cento dei contributi pubblici al Vaticano finisce in carità ai paesi poveri; nel 2011 i vescovi intascheranno oltre 750 milioni di euro. Gli italiani si fidano sempre meno delle gerarchie d’Oltretevere, una casta come quella dei palazzi del potere, solo molto più ricca. Arriva in libreria “I senza Dio”, un’inchiesta sul Vaticano del giornalista de L’Espresso Stefano Livadiotti. Ne pubblichiamo uno stralcio.
Stefano Livadiotti

I negoziatori della revisione concordataria del 1984, evidentemente consapevoli del papocchio che andavano allestendo, avevano previsto la possibilità di una revisione dell’aliquota: era stato stabilito che l’8 per mille potesse diventare, per esempio, il sette o il nove, a seconda dell’andamento del suo gettito e delle spese reali della Chiesa. Il compito di monitorare la situazione, e introdurre ogni tre anni gli aggiustamenti eventualmente necessari, era stato affidato, come nella migliore tradizione, a una commissione bilaterale. Fin da subito, se ne sono ovviamente perse le tracce…. Ma ci sono tanti modi di mungere lo Stato ed è sperabile – ma non è detto – che Monti riesca a introdurre qualche salutare taglio! Il primo comma dell’articolo 6 dei Patti Lateranensi del 1929 stabilisce che l’Italia deve assicurare al Vaticano “un’adeguata dotazione d’acqua di proprietà”. Come puntualmente avviene da allora con i 5 milioni di metri cubi consumati annualmente all’interno delle sacre mura. Nel frattempo, il Vaticano ha pure cominciato a smaltire le acque di scarico attraverso la rete dell’Acea, di cui ha però puntualmente ignorato gli avvisi di pagamento. Così, quando nel 1999 la società si è quotata in Borsa, per evitare grane con i piccoli azionisti lo Stato è intervenuto una prima volta ripianando un debito vaticano di 44 miliardi. Cosa che ha dovuto fare nuovamente nel 2005, mettendo ancora mano al portafogli, questa volta per 25 milioni di euro.
I PAPAVERI in sottana si ostinano, infatti, a non considerare la bolletta dell’Acea. Per loro è semplicemente straniera. Così, alla fine, la pagano gli italiani, che non possono dire altrettanto. Se qualche volta tratta e incassa in prima persona (ha conquistato uno sconto perfino sul canone Tv per gli apparecchi degli istituti religiosi), ancora più spesso il Vaticano manda avanti gli enti-satellite o le strutture locali. Che ricevono immancabilmente un’accoglienza festosa. Da parte dei politici di ogni sponda. Basta vedere quali strade hanno preso nel 2010 i circa 200 milioni del Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio, istituito nel 2008 e meglio noto in Parlamento come “legge mancia”. Una tranche (51 milioni e 575 mila euro) l’ha distribuita il 30 luglio 2010, con il solo voto contrario dell’Idv di Di Pietro, la commissione Bilancio di Montecitorio, che ha individuato 494 soggetti meritevoli e bisognosi. Novantacinque dei quali, guarda un po’, nel mondo della Chiesa. Per esempio: l’Arcidiocesi di Bologna (30 mila euro per la manutenzione della curia), la Confraternita Maria S. S. Assunta nella cattedrale di Palermo (50 mila euro per la chiesa di Maria S. S. Addolorata del Cristo Morto), la Congregazione missionari della divina redenzione di Visciano (50 mila euro per il potenziamento del Villaggio del fanciullo di Torre Annunziata e altri 70 mi-la per il recupero del complesso S. Maria degli Angeli), la Congregazione missionari della Sacra Famiglia di Castione di Loria (50 mila euro per il recupero di un fondo agricolo con specie vegetali autoctone arcaiche) e la Congregazione suore gerardine di Sant’Antonio Abate (50 mila euro per la messa in sicurezza della casa di riposo per anziani e indigenti).
Poi: la Diocesi di Gubbio (20 mila euro per il restauro della chiesa di Cipolleto), la Fondazione Madonna dello scoglio di Santa Domenica di Placanica (200 mila euro per la sistemazione del sagrato), la Fondazione Spazio Reale della parrocchia di San Donnino di Campi Bisenzio (50 mila euro per il recupero dell’area Spazio Reale), l’Istituto Immacolata di Lourdes delle suore francescane di S. Chiara (20.000 euro per il restauro della croce dipinta), e la parrocchia Cuore immacolato di Maria di Formia (50 mila euro per la ristrutturazione dell’oratorio Villaggio Don Bosco) e via continuando. In un elenco che diventa davvero senza fine se si tiene conto anche dei provvedimenti nazionali ad hoc. Come i 50 milioni di euro assegnati in un biennio all’Università campus biomedico (made in Opus Dei) dalla finanziaria 2003. I due milioni e mezzo elargiti dalla Protezione civile (e che ci azzecca, direbbe Di Pietro) per il raduno di Loreto dell’Azione cattolica (14 maggio 2004). Fino al milione di euro regalato dalla finanziaria 2004 a Radio Maria (il cui progetto editoriale recita: “Diffondere il messaggio evangelico in comunione con la dottrina e le indicazioni pastorali della Chiesa cattolica e nella fedeltà al Santo Padre, usando tutte le potenzialità del mezzo radiofonico”) e Radio Padania. Spiccioli, comunque, rispetto ai 3 miliardi e 500 milioni di lire stanziati dallo Stato per il Giubileo del Duemila….
E ANCORA, la legge sul finanziamento agli oratori approvata dalla Regione Friuli Venezia-Giulia il 22 febbraio 2000 (e prontamente imitata, nell’ordine, da Lombardia, Piemonte, Molise, Puglia, Liguria, Campania, Calabria, Lazio e Abruzzo). Cogliendo fior da fiore, troviamo i 3 miliardi di lire stanziati il 9 febbraio 2001 dal Veneto per gli edifici di culto “che siano testimonianza di tradizioni popolari e religiose”; il mezzo miliardo, sempre di lire, della Basilicata “per la realizzazione di opere di culto e di ministero pastorale” (1° marzo 2001) ; i 2 miliardi della Calabria per la disciplina urbanistica dei servizi religiosi (2 maggio 2001) ; i 50 milioni di euro stornati ancora in Veneto dal Fondo speciale per il disinquinamento delle acque di Venezia a favore della curia patriarcale (15 febbraio 2004).

mercoledì 5 ottobre 2011

La politica in confessionale

La politica in confessionale

martedì 30 agosto 2011

CL mira all Italia: intervento di Ferruccio Pinotti



Cl sistematicamente occupa con i suoi membri i centri decisionali delle pubbliche istituzioni riuscendo a concentrare il potere e offuscare le reponsabilità.
mischiare integralismo religioso affari privati
La nascita di compagnia delle opere sui modelli di mac kinsey della massoneria e della rete di buisness organizzato.
Il rischio morale del credito agevolato verso i membri di CDO.
Un moltiplicarsi di inchieste che ruotano attorno a CDO e le sue congruenze con altre lobby dimostrano l efficacia di un sistema volto a malare il libero mercato e la società stessa.

domenica 5 giugno 2011

In "Gesù e i saldi di fine stagione" l´esperto di tecniche pubblicitarie racconta come il messaggio evangelico di Wojtyla segni una svolta anche per il "brand" religioso

La Repubblica 4.4.11
Da Piemme l´ultimo libro di Bruno Ballardini sulle strategie mediatiche della Chiesa
Se una beatificazione aiuta a fare marketing
In "Gesù e i saldi di fine stagione" l´esperto di tecniche pubblicitarie racconta come il messaggio evangelico di Wojtyla segni una svolta anche per il "brand" religioso
di Giorgio Falco

Supermercati, multinazionali del mobile e punti vendita lungo il Raccordo Anulare hanno chiuso - anche per questioni di ordine pubblico - domenica 20 agosto 2000, mentre Giovanni Paolo II celebrava la messa a Tor Vergata, nell´ambito del Giubileo. Soltanto Giovanni Paolo II poteva interrompere il flusso domenicale di consumo, almeno per una festività. Era il culmine delle Giornate Mondiali della Gioventù, iniziativa voluta dal Papa nel 1984. Giornate. Non giorni. I giorni sono vaghi, si accumulano e svaniscono indistinti. Ma i giorni contengono le giornate. Senza le giornate e le mansioni che ci diamo o ci vengono assegnate - preghiere, report aziendali, turni di campionato, guardie militari - i giorni sembrerebbero vuoti.
La Chiesa di Roma sembrava molto forte nel 2000. Ma da allora, gli scandali sessuali, il continuo calo delle vocazioni in Occidente, la morte di Wojtyla e la distanza dai potenziali fedeli hanno accelerato il declino. Alle possibili strategie di marketing per uscire da questa crisi è dedicato il libro di Bruno Ballardini, Gesù e i saldi di fine stagione (Piemme, pagg. 304, euro 16). Ballardini, uno dei più noti esperti di comunicazione strategica, ha evidenziato come l´imminente beatificazione di Wojtyla sia il tentativo estremo per risollevare le sorti della Chiesa cattolica. Non si avrà probabilmente la partecipazione numerica del 2000, quando abbiamo assistito a un´euforia collettiva, tanto che i media avevano coniato il neologismo papaboy per definire l´ibrido tra pellegrino e fan. Nel 2000, Wojtyla non aveva venticinque anni, ma ottanta. Se fosse stato un giovane idolo, la Chiesa avrebbe avuto ancora mezzo secolo di espansione.
Ti amiamo, ti amiamo! urlavano in polacco a Tor Vergata, verso quel puntino bianco in lontananza, tra le esalazioni di caldo. Il suo corpo sofferente era già entrato nella fase finale della vita. Martirio, in origine, ci ricorda Ballardini, era una parola usata in ambito giuridico, quando una persona testimoniava in difesa di un accusato. Solo dopo le persecuzioni dei cristiani, martirio ha preso il significato di testimonianza della fede in Gesù. Il corpo sofferente di Wojtyla era una testimonianza e uno straordinario testimonial. Il recupero della salma famosa è il tentativo estremo, «il saldo di fine stagione», scrive Ballardini. Bisogna vedere se l´operazione riuscirà. Il pontificato di Giovanni Paolo II è stato unione tra il carisma, la presenza fisica di Wojtyla e il linguaggio diretto, che offuscava perfino il messaggio evangelico.
«Voi siete le sentinelle contro l´odio», ripeteva Wojtyla ai giovani del 2000, tra le ovazioni dei convenuti. C´era la sensazione di privilegiare «non la quotidianità della fede, ma la straordinarietà dell´evento» scrive giustamente Ballardini. Adesso, in un periodo difficile, alla Chiesa urge una rifondazione, simile a quella delle aziende in crisi. Innanzitutto la Chiesa dovrebbe avere ben chiara la differenza tra marca e marchio. La marca è il brand, «l´essenza del prodotto, il suo significato, la sua direzione, ciò che ne definisce l´identità nel tempo e nello spazio» ovvero «il luogo in cui convergono la storia passata e futura del prodotto, i valori dell´impresa, la sua identità e l´esperienza dei consumatori». Con queste premesse, «la Chiesa è il brand, il prodotto è la dottrina, il marchio è la croce».
Il brand ha però una componente interna notevole. Ballardini suggerisce di agire in quella direzione, "unificando le molte sigle in un´unica marca". Tuttavia, allo stato attuale delle cose, una Chiesa di Roma senza l´Opus Dei o Comunione e Liberazione pare improbabile, così come «riunire tutto il Cristianesimo in un´unica Chiesa». Eppure in questo modo - secondo l´autore - le parrocchie potrebbero riacquistare l´autorità, l´efficacia di "rete vendita" ora appannata, il ritorno in Occidente dei missionari, che abbandonerebbero "il colonialismo religioso" per evangelizzare ancora questi luoghi, anche se, in un periodo di crisi, così come fanno le aziende in recessione, sarebbe bene se la Chiesa imparasse "ad ascoltare, più che a parlare". Ogni prodotto ha il suo ciclo di vita. Il lancio, la crescita, la maturità, il declino. «Cari amici, vedo in voi le sentinelle del mattino, in quest´alba del terzo millennio» ha detto Karol Wojtyla nel 2000. Ma, per il teologo Hans Kung, «le religioni possono anche morire».

domenica 15 maggio 2011

Dio è morto. Le canzoni anticlericali dal Medioevo ad oggi

Dio è morto. Le canzoni anticlericali dal Medioevo ad oggi
Riccardo Navone
Cult Editore

Le canzoni antifeudali, le canzoni contro il papato, i canti risorgimentali, e poi avanti con le canzoni anarchiche, quelle comuniste e quelle degli anni Sessanta, per arrivare fino a Dario Fo, Guccini, Jannacci, De André e Vasco Rossi. Un excursus frutto di anni di ricerche, con un ampio corredo storico e filologico e una doppia possibile lettura: una più diretta, divertente e immediata e una più seria, quasi uno studio. Le canzoni antifeudali, le canzoni contro il papato, i canti risorgimentali, e poi avanti con le canzoni anarchiche, quelle comuniste e quelle degli anni Sessanta, per arrivare fino a Dario Fo, Guccini, Jannacci, De André e Vasco Rossi. Un excursus frutto di anni di ricerche, con un ampio corredo storico e filologico e una doppia possibile lettura: una più diretta, divertente e immediata e una più seria, quasi uno studio.

venerdì 13 maggio 2011

Trailer ufficiale: La Papessa


L'avventura trasgressiva della monaca che si finse prete e divenne papa nella chiesa dell'alto medioevo. La storia di Johanna, donna che aspirò a vivere la vita degli uomini in un mondo non concesso alle donne.

giovedì 5 maggio 2011

Anticlericali in Italia. 1944-1947

Anticlericali in Italia. 1944-1947
Mario Casella
Il Mulino
Questo libro si compone di due parti. La prima, intitolata "Tendenze anticlericali e fermenti antireligiosi nell'Italia del 1944-1946. Echi e reazioni nel mondo cattolico", si occupa di alcuni aspetti del fenomeno anticlericale e antireligioso manifestatosi nei mesi a cavallo della Liberazione, con particolare riferimento all'"odio" predicato da alcuni contro il clero "politicante", a certe tematiche del dibattito-scontro politico allora in atto (quella, ad esempio, dei rapporti tra Chiesa e fascismo), alle polemiche antivaticane di Radio Mosca, alla propaganda antireligiosa dei "senza Dio". Nella seconda, intitolata "La campagna anticlericale del 1946-1947 nella documentazione dell'Archivio Centrale dello Stato", si parla dei giornali, dei circoli anticlericali e della loro diffusione sul territorio nazionale. Nell'uno e nell'altro caso l'autore, che fa ampio riferimento anche alle vivaci reazioni che l'anticlericalismo suscitò negli ambienti cattolici del tempo, si è basato sui documenti conservati presso l'Archivio Centrale dello Stato e l'Archivio dell'Azione Cattolica Italiana, oltre che sulla lettura di riviste e giornali d'ogni tendenza.

sabato 30 aprile 2011

Il Medioevo degli increduli. Miscredenti, beffatori, anticlericali

Il Medioevo degli increduli. Miscredenti, beffatori, anticlericali
Paolo Golinelli
Mursia
Dopo decenni di studi sul culto dei santi, Paolo Golinelli affronta in questo libro il rovescio della medaglia: l'incredulità. Non una storia dell'ateismo, ma un vero e proprio viaggio nella religiosità quotidiana, dal punto di vista di chi "non se la beve", di chi guarda ai fenomeni religiosi con disincanto, di chi non ha paura di criticare un clero avido e corrotto, come di prendersi gioco di una massa di credulone e creduloni, suscitando l'ilarità dei contemporanei e andando incontro, talvolta, alla repressione. Uno studio originale dal quale esce un quadro dinamico, ricco di narrazioni impreviste, per un Medioevo insolito, nuovo ma vero.

martedì 26 aprile 2011

Il puttanismo romano

LETI GREGORIO
Il puttanismo romano
Salerno,
Il Puttanismo romano s’inquadra nella polemica sulla dissolutezza dei costumi della corte papale ed è una satira violentemente anticlericale, composta da una serie di dialoghi in confessionale, dove vengono commesse varie oscenità. Il libello fu pubblicato anonimo nel 1668 da quel Gregorio Leti che Curzio Malaparte amò definire «il piú grande pamphlétaire italiano». L’opera comprende due testi distinti, ma uniti nella tradizione editoriale: nel primo s’immagina che le cortigiane di Roma, allarmate dalla diffusione della sodomia che imperversa nella città, organizzino un conclave per eleggere alla successione di Alessandro VII un candidato a loro favorevole, e con questo scopo passano al vaglio meretricio i piú noti cardinali dell’epoca; il secondo è un Dialogo tra Pasquino e Marforio sopra lo stesso soggetto, ma in realtà rivolto ad argomenti ancora piú compromettenti: il nepotismo, l’Inquisizione, l’infallibilità del Papa. Dietro al piacevole divertissement letterario che solletica e diverte il lettore smascherando i cattivi costumi sessuali di prelati e cardinali, s’insinua la meno scanzonata riflessione sugli strumenti repressivi del potere, duramente denunciati in nome di un’eterodossa libertà di pensiero che sappia plasmare un’opinione pubblica piú moderna.

lunedì 25 aprile 2011

La Barzelletta Anticlericale - Preti, frati, monache

LA BARZELLETTA ANTICLERICALE
purgatorio paradiso inferno da protagonisti - preti frati e monache
Napoleone, 1982

Nel 1977 fu lo scandalo di Dario Fo per il « Mistero buffo » in televisione. Nel 1980 è stato il cordiale « Wojtilaccio » di Benigni a Sanremo. Insomma, più che mai « scherza con i fanti, lascia stare i santi ». No, non va bene. In primo luogo una « divinità » priva di humour, sempre accigliata e poco disposta a « perdonare » le invidie miserelle delle sue creature, ci sembra una contraddizione in termini. In secondo luogo, ci pare che spulciando vecchio e nuovo Testamento, e altri libri sacri si trovino parecchi spunti contro le chiese e i cleri che andrebbe ricordato sono cose un pochino diverse dalla « divinità ». In terzo luogo, la storia vecchia e recente è piena di « lestofanti », ma anche (come dire) di « lestisanti »: dalle polemiche di D'Alembert contro i gesuiti a quelle di Ernesto Rossi sono passati un paio di secoli, eppure non sembra. E dunque, queste tre circostanze hanno lasciato traccia nella nostra cultura, come nella nostra « ignoranza », sono diventate saggezza così come « luogo comune ». Sono diventate anche « barzellette », e dunque spesso volgari e spesso succosamente sarcastiche. Non si salva nessuno: preti, sacerdoti, vescovi, missionari, suore, perfino papi, ma neanche San Pietro e la Santa Trinità, in queste barzellette e vignette che vi proponiamo.

martedì 19 aprile 2011

La conoscenza è lussuria. Parola di Giulio Giorello.



Giulio Giorello, filosofo della scienza, descrive il proprio saggio "Lussuria. La passione della conoscenza".

martedì 5 aprile 2011

Gesù e i saldi di fine stagione

Gesù e i saldi di fine stagione
Bruno Ballardini
Piemme

Immaginate che un guru del marketing sia convocato presso la Santa Sede da un alto prelato vaticano. Immaginate gli sia sottoposto il problema della perdita di credibilità della Chiesa e della inarrestabile emorragia di fedeli: fuga verso altri culti, seminari vuoti, messaggi accusati di anacronismo, preti che non ispirano fiducia, liturgie con pochi praticanti, rifiuto dell’etica evangelica. Immaginate che il consulente riceva l’incarico di studiare un “rilancio” e accetti la sfida, persuaso che la curva in discesa della sua committente non sia da attribuirsi solo a una crisi di contenuti, che sembrano essere lontani dalla modernità, ma anche a una crisi di comunicazione, quasi che le gerarchie non riescano più a riformulare efficacemente i fondamenti della religione cristiana.


lunedì 24 gennaio 2011

Il corpo e la società. Uomini, donne e astinenza sessuale nel primo cristianesimo

Il corpo e la società. Uomini, donne e astinenza sessuale nel primo cristianesimo.
Peter Brown
Giulio Einaudi Editore, 2008.

"Questo libro è uno studio sull'astinenza sessuale perpetua - continenza, celibato e castità permanenti contrapposti all'astinenza periodica - praticata dagli uomini e dalle donne appartenenti ai circoli cristiani sviluppatisi nell'intervallo di tempo che inizia poco prima dei viaggi missionari di San Paolo, negli anni 40 e 50 d.C., e termina poco dopo la morte di Sant'Agostino, avvenuta nel 430 d.C.". L'autore descrive vividamente i primi cristiani alle prese con queste preoccupazioni, inusuali e scomode, ma sempre più profondamente sentite. Leggendo in controluce le testimonianze degli scrittori e dei Padri della Chiesa mette in risalto il ruolo del corpo e della sessualità nella società dell'epoca. Nasce così una descrizione efficace di come si formano le norme del matrimonio, della legittimità dell'amore e della procreazione nel paganesimo romano, nell'ebraismo, nella comunità ecclesiastica primitiva.

giovedì 20 gennaio 2011

SACRE SFILATE - ALTA MODA IN VATICANO DA PIO IX A BENEDETTO XVI

SACRE SFILATE - ALTA MODA IN VATICANO DA PIO IX A BENEDETTO XVI
Luca Scarlini

La Chiesa ha elaborato nei secoli una ferrea strategia, tra fasto e disciplina, che passa attraverso simboli ben determinati. Tra di essi hanno un ruolo centrale gli abiti, inclusi gli accessori e le decorazioni che spiccano in ogni rituale, specialmente in quelli connessi alla figura del papa. La suggestione estetica deve colpire lo spettatore interessato come quello distratto, in una sequenza coreografata con estrema accuratezza. L’elenco delle vesti che spettano a tutti gli stati del clero, da giorno e da sera, per la quotidianità e ovviamente da cerimonia, da pranzo e da visita benefica o mondana, forma un intero dizionario: almuzia, amitto, cappa, casula, cocolla, falda, pianeta, rocchetto, tunicella, velo, zucchetto, oltre a guanti, ombrelli, scarpe. Sacre sfilate racconta il mondo rutilante dell’eleganza vaticana disegnando, tra un colpo d’ago e un colpo di tacco, una storia che non è solo quella della corte di san Pietro, ma anche quella italiana, così legata a doppio filo alla storia della Chiesa. Da Pio IX a Benedetto XVI corrono vicende simili, eppure sempre diverse, tenute insieme da un concetto: l’abito fa il monaco, il rito senza la pianeta giusta non avrebbe la stessa efficacia. Niente è mai lasciato al caso, ogni singolo dettaglio è stabilito dai secoli, ma ognuno dei pontefici aggiunge o toglie a suo gusto, prima di ricominciare l’ennesima sacra sfilata.


lunedì 10 gennaio 2011

Cento anni di satira anticlericale



Cento anni di satira anticlericale
Nei giornali dal 1860 al 1955
Sugarco (Milano), 1975