giovedì 11 dicembre 2008

Breve storìa dei sesso nelle religioni

H. CUTNER
Breve storìa dei sesso nelle religioni
Longanesi, Milano, 1972

Che il sesso come oggetto di culto non sia estraneo a alcuna religione, da quelle primitive in poi, non è certo una novità. Lo stesso grande poeta Robert Graves ci ha spiegato, nei Miti greci e neHa Dea Bianca (..), come il culto di Maria madre di Gesù discenda da quello della Grande Dea mediterranea, spesso rappresentata con il simbolo di una conchiglia. Così, altri hanno rilevato che la storia di Osiride è intimamente legata a quella di Iside e di Horus, i precursori della nostra Vergine e del Bambino. Altri studiosi fanno notare, allo stesso modo, come le liriche dei cantici abbiano strette analogie con canti da sposalizio arabi tuttora popolari in Siria e in Palestina... Lo scopo di Cutner in questo volume è di fornire e agli studiosi e ai lettori le informazioni storiche e tutti quei particolari che non sono facilmente reperibili se non consultando ponderosi volumi, molti in lingua straniera. L’opera è accompagnata da una specie di ammonimento, e cioè, tutte queste scoperte, notizie e conclusioni, che talvolta potrebbero sembrare scandalose e offensive, non devono essere viste attraverso gli occhiali di un oscurantismo ormai sorpassato, che ci farebbe supporre oscenità dove invece vi è solo ingenuità; e deve essere assente l’interpretazione morale, perché se l’applicassimo, anziché sfuggire alle supposte oscenità aggiungeremmo un’ottusità farisaica e un’esibizione di cattivo gusto.

Dalla quarta di copertina

Da pagina 223-225
Persino nella costruzione delle nostre chiese vi sono indubbiamente simboli di puro carattere fallico. E’ vero che la fantasia e l’immaginazione dei loro architetti hanno creato molti edifici di grande bellezza e, apparentemente, assi lontani da ogni suggestione sessuale. Ma la guglia o il campanile è certamente un reliquato del culto fallico. Lee Alexander Stone va assai più lontano; egli afferma che l’edificio della chiesa è direttamente fondato sul simbolismo sessuale. Egli dice:
(( Allorché uno entra in una chiesa lo fa attraverso una doppia porta (labia maiora, grandi labbra) quindi si trova nel vestibolo (vestibulum). Per andar oltre deve passare attraverso un’altra doppia porta (labia minora, piccole labbra); allorché raggiunge l’interno (vagina) egli vede davanti a sé l’altare (utero) e ad ogni lato dell’altare si possono vedere porte che conducono ad altre stanze (tube del Falloppio), dove il candidato al battesimo viene a contatto col prete o predicatore, ed è qui che egli riceve il seme della rigenerazione; egli torna indietro all’altare ed è battezzato (liquido amniotico) e lascia la chiesa come anima rinata ».
Per quanto tutto questo possa apparire eccessivamente elaborato, non differisce molto dall’antica pratica di molte antiche e di alcune moderne religioni, di far passare i devoti attraverso aperture a forma di yoni, o fessure in lastre di pietra allo scopo di divenire fecondi, o «rinati)) o •divenir lavati dai propri peccati. E questa apertura a forma di yoni è stata riprodotta in molte finestre di forma ellittica che adornano le nostre chiese, come pure le porte, recessi e altre aperture. Persino famosi dipinti religiosi non sono sfuggiti a questa forma ellittica. Dozzine di noti dipinti della Vergine Maria e di Gesù hanno un ellisse attorno, e in molti casi uno particolarmente suggestivo. In Utrecht vi è un dipinto di Elisabetta e di Maria, dipinto attorno al 1400, che mostra Gesù e Giovanni come embrioni chiusi in piccole ellissi. Molti altri esempi possono essere trovati nei lavori della Jameson, tutti tratti da pittori classici e da vecchi maestri, che provano oltre ogni dubbio che essi riconoscevano l’ellisse come simbolo dello yoni o della “porta della vita“.
Nella abbazia di Dumblane vi è una finestra che fu considerata da Ruskiri una delle più belle d’Inghilterra; Wall ne dà una riproduzione in Sex Worship. Ma non molti dei visitatori dell’abbazia che vedono questa finestra riconosceranno il suo simbolismo che è assolutamente realistico, e che mostra uno yoni con tutte le sue parti componenti, le grandi labbra, le piccole labbra, il clitoride, il vestibolo e l’orifizio. E Payne Knight nel suo Worship of Priapus, dà le illustrazioni di altri resti fallici trovati in molte chiese cristiane.
Il pesce come simbolo fallico è già stato citato. Psicologi moderni come Freud vedono in esso un simbolo dell’organo maschile, ma esso, specialmente la testa e la bocca, è stato altresì riconosciuto come simbolo femminile.

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